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NOVITA' NASPI: per chi cambiano i requisiti?

  • segreteria1eldocon
  • 17 mar
  • Tempo di lettura: 2 min
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La Legge di Bilancio 2025 ha modificato i requisiti per accedere alla Naspi nel caso di licenziamento a seguito di dimissioni volontarie da precedente occupazione: dal 1° gennaio 2025, con l’ultima Legge di Bilancio, sono state introdotte nuove regole per accedere alla c.d. Naspi.


Lo scopo di queste novità è limitare gli abusi dell'indennità di disoccupazione.


La Naspi, argomento già trattato e anticipato nel blog del Nostro sito, è un’indennità mensile di disoccupazione, erogata su richiesta del soggetto interessato e che spetta al lavoratore subordinato che ha perso involontariamente l’occupazione.


In generale, per accedere a questa prestazione, sono necessari alcuni requisiti:

  • occorre uno stato di disoccupazione involontaria: i soggetti devono essere disoccupati ed è necessario che abbiano perso involontariamente la propria occupazione, ad esempio per il termine del contratto senza rinnovo oppure a causa di un licenziamento.

  • bisogna soddisfare anche un requisito contributivo: è necessario aver accumulato almeno tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.


Dunque, come appena detto, lo stato di disoccupazione deve essere involontario. Quindi, in caso di dimissioni o di risoluzione consensuale, il soggetto non potrà percepire l’indennità di disoccupazione. Però, se sussistono gli altri requisiti, l’accesso alla Naspi è comunque possibile in altri casi particolari come, ad esempio, quello di dimissioni per giusta causa o di licenziamento disciplinare.


Le nuove regole per l'accesso alla Naspi - a partire dal 2025 - prevedono alcuni cambiamenti rispetto agli anni scorsi. Le variazioni riguardano in particolare quel lavoratore che prima ha presentato dimissioni volontarie da un impiego e che, poi, è stato assunto, nei 12 mesi successivi, da un altro datore di lavoro e, infine, è stato licenziato da quest’ultimo. Il lavoratore licenziato non avrà diritto alla Naspi se non ha accumulato almeno 13 settimane di contribuzione (cioè, 3 mesi) nel nuovo impiego: ossia, il lavoratore non potrà percepire l’indennità di disoccupazione se il nuovo rapporto di lavoro non è durato almeno 13 settimane.


In parole povere, con la nuova normativa, per poter accedere alla Naspi nel caso di licenziamento, il soggetto, che cambia occupazione volontariamente, deve comunque assicurare una durata di almeno tredici settimane nella nuova attività lavorativa.


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